Chirurgia dermatologica Milano: quando asportare nei e cisti

La chirurgia dermatologica viene utilizzata qualora vi siano delle malattie della pelle non trattabili con terapie meno invasive. In particolare, presso l’ambulatorio di dermatologia, vengono effettuati interventi in anestesia locale e in day hospital per eliminare malformazioni cutanee di vario tipo.
Dopo un’attenta visita specialistica, è possibile, infatti, che la malformazione della pelle riscontrata dal dermatologo richieda un trattamento di tipo chirurgico. Le patologie più diffuse per le quali è necessario intervenire con un’operazione riguardano l’asportazione di cisti, tumori cutanei e, soprattutto, la rimozione dei nei.

Quando si devono togliere i nei?

La scelta di eliminare un neo dalla propria pelle dipende principalmente da due fattori: o rappresenta un pericolo per la salute del paziente oppure crea dei disagi dal punto di vista estetico. Tra questi ricordiamo i nei congeniti irregolari e in zone soggette traumi, i nei di Miescher, generalmente in rilievo e ricoperti da peluria, e i nei di Unna, inglobati in un peduncolo di pelle.

Come si tolgono i nei?

Prima di tutto, quando si nota la presenza di un neo sospetto, si consiglia di effettuare un controllo in dermatoscopia, per stabilirne la composizione cellulare e quindi la modalità di intervento più corretta.

L’asportazione dei nei normalmente viene effettuata tramite una breve operazione chirurgica di circa 20/30 minuti in anestesia locale. Al termine dell’intervento potrebbe essere necessario applicare qualche punto di sutura. I punti vengono tolti dopo una settimana; durante questo periodo il paziente dovrà evitare di bagnare la zona operata e, se l’intervento è stato effettuato in zone vicine alle articolazioni, limitare i movimenti.

Chirurgia dermatologica o laser?

Oltre alla tecnica operatoria, negli ultimi anni in campo dermatologico si interviene spesso attraverso l’utilizzo della laserterapia. Il metodo presenta alcuni aspetti positivi come la possibilità di evitare punti di sutura e quindi eventuali cicatrici e di essere applicato a più patologie come cisti, verruche, lentiggini.

Tuttavia, se utilizzato per asportare i nei, la laserterapia presenta due grossi limiti. In primo luogo, il laser brucia lo strato più superficiale del nevo, senza avere la certezza che anche le sue radici siano state eliminate. In secondo luogo, rende impossibile esaminarlo; se rimosso chirurgicamente, invece, il nevo può essere esaminato in laboratorio, così da verificare la natura delle sue cellule e lo stato di salute generale della pelle.

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